
Decorazioni pittoriche
Lo stile dei motivi decorativi che si susseguono all’interno del palazzo rinviano tutti all’ambito della bottega di Giani, all’interno della quale si avvicendarono numerosi collaboratori trovati sul posto, con il proficuo risultato di creare e formare delle abili maestranze capaci di riprodurre perfettamente i modelli pompeiani e in grado di soddisfare perfettamente le crescenti richieste, che emergevano e s’intensificavano nell’ambito forlivese.
Entrando nel palazzo Saffi, dall’androne si accede al vano scala che presenta pareti dipinte a monocromo con finte nicchie, entro le quali si stagliano cinque filosofi dell’antichità, fra i quali si riconoscono Platone e Aristotole e forse Empedocle, Eraclito e Socrate. Al centro della volta ornata da un finto cassettonato monocromo è presente un vasto dipinto, raffigurante Zeus e Atena. Il re e signore del mondo, padrone del fulmine, che fa scoppiare le tempeste, grandeggia minaccioso e incombente al centro, mentre Atena, sua figlia, che nacque dal suo cervello, dea della guerra e dell’intelligenza, è posta al suo fianco.
(Foto: Casa Saffi, lo scalone; dipinto centrale)
I quattro soffitti delle sale del piano nobile si qualificano per la varietà degli elementi decorativi, poiché ciascuna stanza è individuabile per l’adozione di modelli decorativi sempre variati e per l’uso di una vasta gamma cromatica costantemente rinnovata, che si estende dai toni più delicati a quelli più vivaci.
(Foto: Casa Saffi, sala di Diòniso; il quadro centrale del soffitto)
La prima sala, posta a lato dello scalone, è dedicata a Diòniso, dio del vino, della gioia e del benessere fisico, rappresentato nel quadro centrale, insieme a menadi o baccanti e genietti, mentre la decorazione del plafond presenta un labirintico intrecciarsi di fasce ornamentali e riquadri, entro i quali compaiono fiaccole, tirsi, tamburelli, crotali e flauti.
(Foto: Casa Saffi, sala di Enea; soffitto, il dipinto centrale)
La seconda sala presenta un vasto dipinto centrale (cm 122x255), raffigurante Enea, che rivela in una visione ad Ascanio di essere stato assunto fra gli dèi e suo figlio fonda Alba Longa, capitale della lega latina prima di Roma. La decorazione della volta è a cassettoni, che inquadrano fregi e panoplie, e si conclude ai bordi con una serie di lunette, entro le quali sono rappresentati gruppi di allegri genietti, che giocano fra loro e con la capra Amaltéa.
(Foto: Casa Saffi, sala di Efesto e Afrodite; soffitto, il dipinto centrale)
Assai raffinata appare la decorazione della terza sala dedicata a Efeso e Afrodite. Il soggetto del dipinto centrale è appunto l’unione del dio del fuoco con sua moglie Afrodite, si tratta perciò di un’efficace allegoria del connubio perfetto fra la bellezza e l’abilità dell’artigiano. Particolarmente vivace è qui la gamma cromatica degli ornati, dove compare il motivo decorativo dell’erma, dei fregi fitomorfi, nonché figure di amorini e danzatrici.
(Foto: Palazzo Saffi, sala di Eros e Psiche; soffitto)
La quarta ed ultima sala di Eros e Psiche, mostra al centro un quadro di forma ottagonale, entro il quale è rappresentata la favola antica, completata da Apuleio, che narra della bellissima Psiche, amata da Eros. Quest’ultimo, che la visitava ogni notte, le aveva proibito di guardarlo. La trasgressione di Psiche determinò la scomparsa di Eros, finché Zeus la rese immortale, consentendole di unirsi a Eros per sempre. La volta di questa stanza presenta una decorazione a grottesche leggera e raffinata, dove si ripetono le figure di Cupido e della danzatrice.
Tutti i soffitti hanno subito notevoli danni nel corso del tempo; l’opera di restauro, per altro ancora da completare, può perciò soltanto in parte mitigare i guasti. Tale impegnativa opera fu affidata nel 1975 al pittore Mario Camporesi (Meldola, 1899-Forlì, 1981) e rappresenta nel suo percorso artistico, uno degli ultimi impegnativi incarichi di lavoro da lui onorati. Dal 3 febbraio al 9 agosto 1975 il professor Mario Camporesi ripristinò il soffitto e le pareti dell’elegante vano scala del palazzo Saffi e a ricordo di ciò pose, al centro del dipinto raffigurante Zeus e Atena, un’iscrizione autografa: "M. Camporesi restaurò 1975". Lo stesso Mario Camporesi restaurò inoltre i soffitti delle due sale di Efesto e Afrodite e di Eros e Psiche. Un altro intervento interessò il vasto dipinto centrale che raffigura Enea, che fu affidato nel 1974 al restauratore Pietro Tranchina di Bologna. L’intera sala di Diòniso e la quadratura della stanza di Enea, viceversa, appaiono ancora assai deteriorati.