Tracce della Linea Gotica nel cuore del Parco nazionale
L’area presa in esame comprende le località di Campigna, Passo La Calla, la cima Gabrendo, la cima Poggio Sodo dei Conti, Piancancelli, Pian dei Fangacci, Fontanelle e Monte Falco, con la possibilità, consigliata solo agli appassionati di trekking, di proseguire da qui verso la vetta del Monte Falterona. Attualmente questa zona è caratterizzata da folti boschi di faggio che, essendo cedui, in passato venivano tagliati periodicamente per realizzare legna e carbone. Durante la guerra, per soddisfare le esigenze autarchiche e militari, questa zona di montagna era stata praticamente disboscata. Numerose e spesso ben conservate sono le tracce della Linea Gotica, della quale restano buche, trincee, camminamenti, rifugi ben visibili sia nelle vicinanze della strada principale che all’interno dei boschi.
A Campigna l’antico palazzo granducale dei Lorena, un tempo residenza di caccia e oggi trasformato in albergo, era sede di un comando tedesco. All’interno dei locali sono appese al muro fotografie d’epoca risalenti agli anni ‘40 che testimoniano la diversità del paesaggio, che all’epoca appariva più brullo perché vittima di un pesante disboscamento iniziato in modo considerevole dopo l’avvio della politica autarchica del fascismo e proseguito in modo ancor più rilevante dopo l’entrata dell’Italia nella Seconda guerra mondiale.
Lungo la strada principale, a poche centinaia di metri da Campigna, in prossimità di "Ponte Pia" si possono scorgere fra la vegetazione, scavati nella parete di roccia retrostante, una decina di metri sopra il percorso asfaltato, resti di 8 rifugi tedeschi. L’accesso è difficoltoso perché attualmente non esiste un sentiero specifico. La postazione è situata a circa 30 metri dalla strada ed ogni rifugio presenta una dimensione di circa 5-6 metri di larghezza, 3 di profondità e 3 di altezza. In quasi tutti questi singolari anfratti squadrati si possono notare i piccoli ma ben riconoscibili segni che si crearono dopo le esplosioni dei punti nei quali erano state collocate le cariche. La memoria orale del posto ricorda che all’epoca i rifugi erano provvisti anche di una struttura esterna in legno che praticamente ne raddoppiava la superficie ed erano completamente arredati all’interno con beni sottratti alla popolazione civile.
Proseguendo lungo la strada principale si giunge al Passo della Calla dal quale, superando il confine regionale, si entra in Toscana. Proprio nel punto di valico si trova un cippo partigiano all’altezza del quale parte un sentiero che, in circa tre ore di cammino immerso in un bellissimo scenario naturale, porta all’Eremo di Camaldoli. Una volta giunti al Passo, se invece che proseguire in Toscana si volta a destra, dopo circa 4 chilometri si raggiunge il parcheggio di Pian dei Fangacci nei pressi del Rifugio "La Capanna", ai piedi del Monte Falco dalla cui cima si raggiunge il vicino Monte Falterona. Di qui è possibile fare alcune escursioni che permettono, anche se al momento non esiste una idonea segnaletica, di scoprire resti della Linea Gotica.
I reperti più semplici e veloci da individuare sono rappresentati da una linea di buche collegate fra loro tramite camminamenti che corre parallelamente all’attuale strada asfaltata (all’epoca della guerra una semplice mulattiera) che va dal rifugio verso la sbarra forestale di Piancancelli. Complessivamente ne sono state individuate una decina in un fronte di circa un chilometro. La loro presenza non è cadenzata da intervalli regolari: se ne trovano alcune allineate a pochi metri, altre a distanza di circa 50 metri, talune isolate. Le buche hanno dimensioni diverse: per lo più hanno un raggio di 3 metri ma ce n’è una molto grande (oltre 10 metri di raggio) e alquanto profonda. Rispetto a questa zona, il crinale è ad una distanza variabile, a seconda dei punti, da 200 a 300 metri e si trova in prossimità dell’inizio del versante fiorentino. Anche dal lato opposto della strada, all’interno del bosco, si trovano alcuni resti. Con ogni probabilità, quindi, il sistema di postazioni era stato realizzato a ridosso della mulattiera che assicurava la possibilità di collegamento fra Casentino e il versante che guarda Firenze e che aveva come punto strategico il Passo del Muraglione.
A due chilometri dal parcheggio di Pian dei Fangacci la strada asfaltata viene interrotta da una sbarra della Forestale che impedisce l’accesso. Questa località prende il nome di Piancancelli ed è provvista di uno spazio per parcheggiare i mezzi. Da qui partono due sentieri: uno sale verso la cima di Monte Falco lungo la "pista del lupo" mentre l’altro segue inizialmente un andamento pressoché pianeggiante per scendere quindi verso il rifugio "Fontanelle", nelle cui vicinanze si trova il cippo commemorativo di sei partigiani fucilati nel rastrellamento d’aprile e, al fianco dell’attuale strada sterrata, due rifugi tedeschi scavati nella roccia all’interno dei quali, benché suggestivi, è sconsigliato al momento l’ingresso. Lungo questo secondo percorso si trovano buche e postazioni ben conservate e raggiungibili in pochi minuti di cammino dal parcheggio. In particolare spiccano due buche di circa 4 meri di raggio distanziate fra loro alcune centinaia di metri e poste a circa 50 metri dal crinale. In mezzo a queste due postazioni si trova un terzo elemento composto da una buca-uomo dalla quale parte un brevissimo camminamento che culmina in uno spazio di veduta collocato nella parete di una rupe, poco al di sotto della cima. Questa postazione domina la vallata di San Godenzo.
Dall’area di sosta di Piancancelli si può anche salire verso la vetta del Monte Falco imboccando il "sentiero del lupo". Il percorso è decisamente più arduo da compiere per la forte pendenza del terreno ma permette di incontrare dopo circa un quarto d’ora la prima postazione formata da una buca di fronte alla quale c’è un muretto di protezione realizzato con pietre "a secco". Salendo verso la vetta, a distanza di un centinaio di metri le une dalle altre, troviamo altre buche con tracce di camminamento.
Giunti sulla cima del Monte Falco (1.657 metri s.l.m.) si trovano tre postazioni difensive. Una profonda buca consente di dominare l’ampia vallata di San Godenzo, verso Firenze, e due creste di crinale, una che prosegue in Toscana verso il Falterona e l’altra che segue il confine fra Romagna e Toscana raggiungendo il Passo del Muraglione che, come già ricordato, costituiva all’epoca uno dei pochi collegamenti di valico carreggiabili fra le due Regioni.
Scendendo dalla cima del monte Falco in direzione di Poggio Sodo dei Conti, presso un vasto spiazzo dove sono posizionati i cartelli indicatori dei sentieri, s’incontra una seconda postazione composta da una trincea di circa 10-15 metri scavata lungo il crinale, alle cui estremità troviamo due buche con rinforzi in pietra della grandezza di circa 3 metri. Continuando la discesa verso Poggio Sodo si raggiunge il pilone finale dell’impianto di risalita della pista da sci con partenza dal rifugio "La Capanna". Qui, in direzione del versante toscano, inizia una trincea che dopo una decina di metri si biforca culminando in due buche con dimensioni di circa 2 metri. Dalla vetta del Monte Falco, con un’altra mezz’ora di cammino, si raggiunge la cima del Monte Falterona, che è caratterizzata da altre testimonianze della Linea Gotica simili a quelle descritte. Scendendo dal Monte Falco verso la cima di Poggio Sodo dei Conti, a poche decine di metri da una base militare costruita nel dopoguerra e operante come ponte-radio, sono visibili i resti ben conservati di una postazione suddivisa in 3 porzioni. Proprio sulla cima c’è una piazzola affiancata da una piccola buca che, tramite una trincea, porta ad un’altra buca più riparata; da qui parte un camminamento che, oltrepassando l’attuale sentiero, conduce a due postazioni più profonde e attraverso un camminamento si sale nuovamente verso la linea di crinale nella cui sommità c’è una piazzola più grande della precedente. Accanto a questa corre una trincea che, in corrispondenza del limite della piazzola, si ramifica e porta ad altre buche. Dalla zona limitrofa alla postazione militare attuale è possibile, in poche decine di minuti di cammino, raggiungere nuovamente il parcheggio di Pian dei Fangacci oppure, attraversando i "prati della Burraia", si può raggiungere la cima Gabrendo sulla quale, a pochi metri dal pilone terminale di un impianto di risalita delle piste da sci, c’è un’altra postazione che domina la parte toscana del Casentino.