76° Anniversario della Liberazione di Forli

Per commemorare il 76° anniversario della Liberazione di Forlì, l'Istituto storico propone la visione di un 

Documentario sulla linea gotica
Immagini della guerra di liberazione in Romagna 1944-1945

La memoria serve a creare un legame di valori fra le generazioni, senza la memoria le vittime innocenti muoiono ancora, soprattutto nella nostra indifferenza. Un paese senza memoria non costruisce il proprio futuro.

In quest’anno unico e terribile, noi dell’Istituto Storico non abbiamo potuto incontrare gli studenti, i cittadini, le nostre comunità per ricordare a loro e con loro la nostra storia passata, ma con questo video offriamo a tutti la possibilità di “fare memoria” attraverso immagini e filmati della storia di quel terribile 1944.

Buona festa della liberazione a tutti.

Guarda il documentario: 

Lettera aperta del Presidente dell’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea

Stiamo vivendo tempi molti tristi e preoccupanti, dobbiamo scegliere tra la salute e il lavoro, la salute e la scuola, la cultura, la socialità, le frequentazioni affettive e amicali: è una scelta difficile per gli adulti, difficilissima per i giovani, incomprensibile per i ragazzi. Eppure, dobbiamo farlo per il bene comune.

È stato dunque impossibile per noi, Istituto Storico, realizzare le iniziative che avevamo programmato per ricordare il passaggio del fronte nei nostri territori, la guerra sulla Linea Gotica, il dramma vissuto dalla popolazione civile, la lotta per la liberazione e, infine, la liberazione dalla dittatura nazifascista.

Quest’anno - unico in tutta la mia esperienza di insegnante e di operatrice nell’Istituto - non abbiamo potuto incontrare gli studenti, i cittadini, le nostre comunità per ricordare a loro e con loro la nostra storia passata.

Ma l’Istituto non è in quarantena e non si arrende. Purtroppo, è chiuso al pubblico, ma al proprio interno, insieme ai nostri collaboratori, volontari e ricercatori stiamo programmando le attività per la prossima primavera nella speranza che i giovani possano ritornare ad una scuola normale.

Intanto, grazie alle nuove tecnologie (che, a mio parere, non sostituiranno mai la scuola in presenza), offriamo a tutti la possibilità di “fare memoria” attraverso immagini e filmati della storia di quel terribile 1944.

Nella versione cinematografica de Il nome della Rosa, Guglielmo da Baskerville risponde al venerabile Jorge de Burgos che non è sufficiente conservare la conoscenza, ma essa va esplorata, innovata, messa alla prova. Per la memoria vale lo stesso ragionamento: ad essa deve eseguire la riflessione.

In quei terribili mesi, prevalse nelle nostre comunità un forte senso di responsabilità: il sostegno della popolazione civile e una forma di resistenza politica e sociale si affiancarono alle formazioni partigiane. Dunque, il senso di responsabilità dovrebbe sempre prevalere in tutti noi.

I giovani, soprattutto, che patiscono più di tutti le limitazioni imposte alla loro legittima sete di libertà, pensino che quei giovani ebbero solo tre possibilità: l’esercito di Salò, il campo di concentramento di fronte al rifiuto, la lotta partigiana. E se oggi tutti noi, possiamo godere di tante libertà lo dobbiamo proprio a loro, giovani e meno giovani, che vollero e poterono scegliere la terza via, per convinzione e senso di responsabilità.

La memoria serve proprio a questo: a creare un legame di valori fra le generazioni, senza la memoria le vittime innocenti muoiono ancora, soprattutto nella nostra indifferenza. Un paese senza memoria non costruisce il proprio futuro in quanto è privo di coscienza pubblica.

Buona festa della liberazione a tutti.

Ines Briganti